30 anni di MIDI: musica & computer uniti da un’interfaccia che ha fatto storia
MIDI (Musical Instrument Digital Interface) lo standard per l’interazione degli strumenti musicali elettronici (anche tramite un computer) compie 30 anni.
Le specifiche MIDI furono presentate al pubblico alla fiera del National Association of Music Merchants – NAMM, tenutasi a Los Angeles nel 1983 e, oggi che la tecnologia MIDI viene usata da piú di 700 societá in prodotti che vanno dalle tastiere alle batterie elettroniche, dai video giochi fino a cellulari, la MIDI manufacturers association ha lanciato la campagna “MIDI makes Music” per celebrarne la ricorrenza.
L’inizio fu decisamente promettente:
Il prototipo per il MIDI fu presentato da due progettisti della Sequential Circuit (SCi), Dave Smith e Chet Wood, che nel 1981 proposero le prime specifiche delcvcc MIDI in un documento pubblicato sotto il nome di The complete SCI MIDI. Esso era risposta all’esigenza di far comunicare diversi strumenti musicali elettronici tra loro, tenendo conto delle diverse caratteristiche di ognuno di essi. Diversi costruttori, ad esempio Oberheim e Roland, offrivano già sui propri strumenti alcuni sistemi di interfacciamento. Queste interfacce, però, basate su algoritmi proprietari, garantivano il funzionamento solo su strumenti dello stesso costruttore. Il protocollo di Smith e Wood si presentava, invece, come un sistema in grado di superare questo limite. Per garantire la piena compatibilità tra i vari strumenti, al di là della casa produttrice, ogni costruttore fu invitato a partecipare alla stesura definitiva delle prime specifiche MIDI. SCI, Roland, Yamaha e Kawai furono i primi produttori di strumenti digitali ad aderire alla definizione e alla diffusione del MIDI.
In realtá fu uno standard che creó diversi problemi prima di venire accettato dai player del settore di allora.
L’immediata popolarità dello standard creò divisioni all’interno del comitato fondatore: i produttori americani si unirono nella MMA (MIDI Manufactures Association), mentre quelli giapponesi fondarono la JMA (Japan MIDI Association). Benché lavorassero su un terreno comune, i due consorzi svilupparono delle caratteristiche non sempre pienamente compatibili tra loro. Queste divergenze furono risolte nel 1985, quando la IMA (International MIDI Association) pubblicò la versione 1.0 delle specifiche MIDI, istituendo di fatto lo standard del protocollo. I costruttori che supportano il protocollo MIDI sono perciò riuniti in due associazioni: MMA (costruttori Americani ed Europei) e JMSC (costruttori Giapponesi).
I primi prodotti non si fecero attendere:
Il primo synth dotato di interfaccia MIDI fu presentato nel 1983, nel PROPHET 600 della SCI, anche se la versione definitiva del protocollo MIDI venne implementata l’anno seguente sullo Yamaha DX7.
A contribuire al successo furono gli home computer dell’epoca, spesso facilmente interfacciabili, altre volte già provvisti di porte MIDI, come per l’Atari ST.
Vi furono progetti di interfacce MIDI per ZX Spectrum e Commodore 64 anche se solo con la generazione successiva, Atari ST ed Amiga, il settore della computer music diventó effettivamente competitivo con un numero cospicuo di hardware e, soprattutto, di software di notazione musicale, di sequencing e di gestione come Cubase di Steinberg
Questo video di Computer Chronicles presenta una panoramica completa con numerose soluzioni MIDI con Apple II, Ensoniq, Atari ST, Amiga e molto altro.
[Fonte: Engadget]
Pingback: I robot non hanno mai suonato musica… prima d'ora