AI 11×02: LA STORIA DELLA CONSOLE COLECOVISION – Gli arcade in casa
Quando Davide Gatti si è ritrovato per le mani una console ColecoVision non ha resistito ad impegnarsi per farla tornare in vita realizzando un video per il suo canale Youtube Survival Hacking. Come sempre però ha chiesto (obbligato) il buon Carlo Santagostino ad arricchire il video con una narrazione storica sulla Colecovision e più in generale sulla storia della Coleco, storico marchio della prima era dei videogiochi, protagonista di innovazioni pioneristiche.
Abbiamo recuperato il racconto di Carlo per proporlo in questo episodio del nostro podcast certi di farvi cosa gradita, scopriremo come Coleco ha iniziato ad investire nel mercato del videogioco e come sia diventato uno dei maggiori player della golden age dei videogiochi, quegli anni ’80 dove questo nuovo media divenne conosciuto a livello mondiale iniziando la sua crescita innarestabile.
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Durante l’episodio scopriremo che COLECO nacque come azienda produttrice di scarpe in cuoio, ma Il loro prodotto di maggior successo fu un kit per la lavorazione del cuoio per bambini, che portò Coleco nel mondo dei giocattoli. Successivamente, Coleco iniziò a produrre piscine fuori terra e giocattoli gonfiabili, diventando un’azienda di grande successo negli anni ’60.
A metà degli anni ’70, con l’ascesa del mercato dei videogiochi, Coleco produsse la console Telstar, un clone di Pong, che vendette 1 milione di pezzi. Seguirono altre versioni del Telstar, tra cui una con joystick a forma di carro armato e un’altra con una pistola a forma di Colt. Coleco produsse anche la console Telstar Arcade, una delle prime console a cartucce, con controller dedicati per ogni tipo di gioco, incluso un volante, una novità per l’epoca.
Tuttavia, con l’arrivo di console a cartucce più avanzate come l’Atari VCS e il Mattel Intellivision, le console monogioco come il Telstar persero popolarità. Coleco si concentrò quindi sui giochi elettronici portatili, diventando il secondo produttore al mondo di giochi a LED, con titoli come Coleco Quarterback.
Per rimanere competitiva nel mercato delle console domestiche, Coleco si assicurò le licenze di giochi arcade popolari, producendo versioni portatili di titoli di Nintendo, Sega e altre aziende giapponesi. Questi giochi, ispirati ai Game & Watch di Nintendo, ebbero un grande successo negli anni ’80.
Determinata a rientrare nel mercato delle console di fascia alta, Coleco progettò la ColecoVision, una console che utilizzava lo stesso processore video del Creative Vision di Vtech, ma con una CPU Z80. Per il lancio della console, Coleco ottenne l’esclusiva per Donkey Kong da Nintendo, pagando 200.000 dollari e 2 dollari per ogni copia venduta. La ColecoVision, lanciata nell’agosto del 1982 insieme a Donkey Kong, fu un enorme successo, grazie alla sua grafica superiore e alla killer application. Coleco vendette 500.000 console prima di Natale 1982 e 1 milione entro i primi mesi del 1983.
Tuttavia, il successivo crollo del mercato dei videogiochi per console negli Stati Uniti, dovuto alla crescente popolarità degli home computer, colpì duramente Coleco. Il loro tentativo di entrare nel mercato degli home computer con l’Adam fallì a causa del costo elevato rispetto alla concorrenza, come il Commodore 64.
Coleco si ritirò dal mercato dei videogiochi, concentrandosi sulla linea di giocattoli Cabbage Patch Kids. Tuttavia, l’eredità della ColecoVision visse nella console SG-1000 di Sega, che utilizzava lo stesso hardware e fu poi evoluta nel Master System e nel Mega Drive.