Tanti auguri 6502!
Il mitico microprocessore di Chuck Peddle prodotto dalla Mos/Commodore compie 50 anni!
Ebbene si, cinquanta anni fa, esattamente ad Agosto del 1975, inziava ad essere pubblicizzato il microprocessore 6502, “cuore” di tanti computer e console ormai rimaste nella storia e nella leggenda: Apple I e II, Commodore PET, Vic20, Atari VCS 2600, Atari 400 e 800 ed il mitico Commodore 64, solo per elencare i più conosciuti!

L’introduzione sul mercato del 6502 di MOS Technology fu molto diversa dai tradizionali “lanci di prodotto” di altre aziende tech dell’epoca… che duravano mesi. Il primo lotto di produzione di un qualsiasi nuovo circuito integrato viene normalmente utilizzato solo per test interni e/o condiviso con clienti selezionati come test di progettazione perchè i chip presentano spesso piccoli difetti che vengono solitamente corretti prima dell’inizio della produzione. Ma l’obiettivo di Chuck Peddle era quello di vendere i primi chip 6501 e 6502 ai partecipanti alla fiera WESCON di San Francisco, già a partire dal 16 settembre 1975. Peddle era molto conosciuto nell’ambiente dell’epoca e questo portò al fatto che i nuovi microprocessori di MOS Technology furono ampiamente trattati dalla stampa specializzata. Uno dei primi fu un articolo a pagina intera sui microprocessori MCS6501 e MCS6502 nel numero del 24 luglio 1975 della rivista “Electronics”, ma vennero pubblicati articoli anche su Electronic Engineering Times (25 agosto 1975), EDN (20 settembre 1975), Electronic News (3 novembre 1975), Microcomputer Digest (novembre 1975) e la prestigiosa Byte (novembre 1975). Le pubblicità per il 6501 apparvero in diverse pubblicazioni già a partire dalla prima settimana di agosto del 1975 dove si annunciava che il 6501 e il 6502 sarebbero stati in vendita alla WESCON: Il 6501 a 20 dollari ed il 6502 a solo 25 dollari (equivalenti a 150 dollari circa attualizzando il prezzo al 2025).

Ma quando MOS Technology arrivò alla Wescon, scoprì che agli espositori non era permesso vendere nulla nell’area espositiva! Chuck e soci non si diedero per vinti e affittarono la MacArthur Suite presso lo St. Francis Hotel nelle vicinanze della fiera e indirizzarono i clienti lì per acquistare i processori. Nella suite, i processori erano conservati in grandi giare trasparenti per indicare che i chip erano in produzione e prontamente disponibili, ma i clienti non sapevano che la metà inferiore di ogni contenitore conteneva chip non funzionanti! Come detto i chip costavano pochissimo (20 e 25 dollari) ed il pacchetto della documentazione costava solo 10 dollari in più, inoltre i potenziali clienti erano incoraggiati a fotocopiare la documentazione se volevano, un modo economico per MOS Technology di distribuire informazioni sui suoi nuovi prodotti.
Peddle voleva infatti che ogni ingegnere o semplice appassionato interessato alla tecnologia dei microprocessori avesse accesso ai chip e alla documentazione, mentre altre aziende di semiconduttori dell’epoca volevano trattare solo con clienti “seri”. Ad esempio, Signetics che aveva lanciato il microprocessore 2650, nelle sue pubblicità dichiarava che era necessario ricevere su carta intestata aziendale le richieste per ottenere informazioni tecniche.
L’introduzione del 6501/6502 alla Wescon fu un successo incredibile e la copertura mediatica scaturita attirò l’attenzione di Motorola, innescando aggiustamenti dei prezzi e… cause legali! Nell’ottobre 1975, Motorola ridusse il prezzo di un singolo microprocessore 6800 da 175 a 69 dollari. Il kit di progettazione del sistema da 300 dollari fu ridotto a 150 dollari e includeva una scheda di test. Il 3 novembre 1975, Motorola presentò alla Corte Federale un’ingiunzione per impedire a MOS Technology di produrre e vendere i loro microprocessori. Presentarono anche una causa per violazione di brevetto e appropriazione indebita di segreti commerciali. Motorola affermò che sette ex dipendenti si erano uniti a MOS Technology per creare i microprocessori di questa neonata azienda.

Motorola era un’azienda da miliardi di dollari e poteva permettersi avvocati costosi. Il 30 ottobre 1974, Motorola aveva depositato numerose domande di brevetto sulla famiglia di microprocessori 6800 che riguardavano il bus e il modo in cui i chip periferici si interfacciavano con il microprocessore. Allen-Bradley decise di non combattere questa causa e vendette la sua quota di MOS Technology agli altri fondatori. Quattro degli ex ingegneri Motorola furono citati nella causa: Chuck Peddle, Will Mathys, Bill Mensch e Rod Orgill, tutti citati in causa come inventori nelle domande di brevetto del 6800. Nel marzo 1976, la MOS Technology era a corto di fondi e dovette per forza risolvere il caso con Motorola accettando di abbandonare il processore 6501, pagare a Motorola 200.000 dollari e restituire i documenti che Motorola sosteneva fossero riservati. Entrambe le società accettarono di concedere in licenza incrociata i brevetti dei propri microprocessori. Nel maggio 1976 Motorola abbassò il prezzo di un singolo microprocessore 6800 a 35 dollari ma a novembre dello stesso anno Commodore concludeva l’acquisizione di MOS Technology… ed il resto è storia!

Bibliografia: