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The Safe Place Chronicles: Il GDR Testuale Forgiato nel Fuoco dell’Intelligenza Artificiale

Un ponte tra l’anima retrò e la precisione del software moderno

Nel panorama videoludico di oggi, dominato da mondi 3D fotorealistici e open world infiniti, c’è ancora chi sceglie la via più difficile — quella della semplicità.
È qui che si inserisce The Safe Place Chronicles, un progetto che riporta i giocatori alle radici della narrazione interattiva, ma lo fa con la mente e gli strumenti del futuro.
Non è soltanto un omaggio ai GDR testuali degli anni ’80, ma anche un esperimento serio e affascinante sulle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale nello sviluppo creativo del software.

Con l’ultima versione ormai prossima al completamento, il gioco è già disponibile in release stabile (v1.7.0) su thesafeplace.runtimeradio.it, mentre il codice sorgente è consultabile su GitHub all’indirizzo github.com/Pitz72/TheSafePlace-React/tree/espansione.


Un viaggio di sopravvivenza su schermo verde

Alla base di The Safe Place Chronicles c’è un’idea semplice ma potente: far rivivere la tensione e la profondità emotiva dei GDR testuali, dentro un mondo post-apocalittico ridotto al silenzio dopo una guerra mai del tutto raccontata.
L’estetica è quella dei vecchi terminali a fosfori verdi — linee di testo su sfondo nero — una scelta stilistica che non vuole essere nostalgia, ma una forma di concentrazione narrativa. Niente distrazioni grafiche, solo testo, atmosfera e scelte che contano.

Il gioco si gioca interamente da tastiera, in pieno spirito retrò. Il giocatore esplora una mappa a griglia, gestisce risorse vitali come fame e sete, e affronta i propri limiti psicologici.
Al centro c’è “Ultimo”, il protagonista, la cui memoria si ricompone attraverso flashback e frammenti di passato. Questa trama principale, articolata in 12 capitoli, costituisce la “Main Story”, distinta dalle missioni opzionali e dai futuri sviluppi del mondo.

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Un laboratorio sull’intelligenza artificiale

La vera anima sperimentale del progetto sta dietro le quinte.
The Safe Place Chronicles è nato con un obiettivo ambizioso: capire quanto lontano possa spingersi un modello linguistico (LLM) quando non si limita a scrivere codice, ma collabora nella progettazione di un videogioco completo.

Il percorso non è stato lineare.
Le prime versioni (serie v0.7.x) sono state sviluppate con il supporto di sistemi come Gemini, all’interno di ambienti di sviluppo AI-native come Cursor.
Il risultato? Un’esperienza formativa e talvolta caotica. Le IA si sono rivelate rapidissime nel produrre codice e testi, ma anche inclini a errori di coerenza architetturale e ridondanza.
È stato qui che la figura umana è tornata centrale: non più semplice utilizzatore, ma direttore d’orchestra capace di guidare l’IA verso un risultato coerente e solido.

Questo equilibrio ha portato alla grande svolta: il passaggio da una base JavaScript frammentata a una struttura moderna e robusta, costruita su React, TypeScript e Zustand, con un’attenzione quasi maniacale alla pulizia e alla documentazione del codice.

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Oggi: un progetto maturo, quasi “enterprise”

Dopo mesi di refactoring e ottimizzazione, The Safe Place Chronicles ha raggiunto una solidità tecnica che sorprende anche chi lo considera solo un “gioco sperimentale”.
La fase di “Technical Excellence” (v1.4.5) ha definito un’architettura di livello professionale, con uno stack moderno (React 19.2.0, TypeScript 5.8) e una struttura a service layer e store modulari. Tutto è documentato in standard JSDoc, rendendo il progetto aperto e collaborativo.

Sul piano ludico, il titolo è giocabile dall’inizio alla fine.
Include un sistema di sopravvivenza skill-based, combattimenti tattici, crafting, salvataggi multipli con export/import JSON e un sistema di ingombro collegato alla forza del personaggio.
L’ultima versione pubblica (v1.7.0) ha introdotto anche una dimensione sociale: dialoghi interattivi, un’economia di baratto e PNG dotati di personalità (come il Commerciante Itinerante o Marcus del Crocevia). La Persuasione diventa così una skill chiave per la sopravvivenza.
Con la v1.8.0, il mondo si amplia ancora grazie a cinque nuove subquest, modifiche permanenti allo scenario e un Archivio Lore per raccogliere conoscenze e segreti.

Il gioco è già production-ready sotto il profilo tecnico, ma gli sviluppatori stessi riconoscono che serviranno ancora contenuti aggiuntivi per ampliare la rigiocabilità — eventi dinamici, nuove creature e ricette più complesse.

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Verso il futuro: un progetto aperto alla community

Oggi The Safe Place Chronicles si trova nella sua fase finale: quella dell’espansione narrativa e del bilanciamento dei contenuti.
In questa parte del lavoro, l’IA non è scomparsa: anzi, è tornata protagonista, con l’assistenza del modello Claude Sonnet 4.5, usato per scrittura, analisi e test delle nuove missioni.

Ma c’è un dettaglio importante: per continuare a usare questi modelli avanzati servono risorse economiche.
Per questo, il creatore del progetto lancia un appello alla community — a chi ama i GDR vecchio stile, ma anche a chi crede nel potenziale dell’IA come strumento creativo.

Il contributo dei giocatori e degli appassionati potrebbe fare la differenza: trasformare The Safe Place Chronicles da prototipo sperimentale a opera compiuta, capace di fondere nostalgia, innovazione e competenza tecnica in un’unica, affascinante esperienza testuale.


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