Tanti auguri Gaston Planté, l’inventore della batteria ricaricabile (nel 1859)
Tanti sono gli anniversari, le ricorrenze, spesso ricordate anche dai popolari Google Doodle, in particolar modo nel settore della tecnologia anche se non strettamente legata al calcolo (ma sicuramente… elettronica!).
Questa volta parliamo di un signore nato in Francia il 22 Aprile 1834, Gaston Planté, cui molto dobbiamo per la tecnologia che usiamo tutti i giorni, in particolar modo per la tecnologia portatile (quali i computer portatili di cui abbiamo parlato da poco).
Nell’arco di tutto il 1800 lo sviluppo della fisica e dell’elettromagnetismo ebbe un notevole impulso: proprio nel 1800, il nostro Alessandro Volta costruiva la prima pila (voltaica, per l’appunto).
L’apporto di Planté, brillante fisico già all’epoca, fu quella di costruire una batteria ricaricabile (detta anche ‘secondaria’) proprio per venire incontro alle necessità di tutti gli sperimentatori (quali lui era) nei laboratori di fisica di tutto il mondo: le pile voltaiche, infatti, avevano un basso voltaggio ed erano, soprattutto, soggette ad un pessimo destino per via del loro irreversibile deterioramento chimico.
Un elemento planté è costituito da due serie di piastre di piombo metallico affacciate e intercalate le une alle altre, e separate da uno spazio minimo riempito da una soluzione di acido solforico.
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Oltre ad un voltaggio superiore rispetto alla pila Daniell (il modello più diffuso all’epoca), la pila di Planté presentava una certa semplicità costruttiva ed un notevole vantaggio: la reazione era reversibile; era cioè possibile ricaricare l’accumulatore tramite un’altra batteria…
Solo verso la fine dell’800, un altro francese, Camille Alphonse Fauré, migliorò la batteria di Planté con tecniche di produzione meno artigianali e più indicate per il nascente mercato automobilistico.
La batteria Planté (e la derivata Fauré) è quindi alla base delle normali batterie ricaricabili al piombo delle auto (comunemente dette piombo-acido) ed anche il comune voltaggio, 12V, è rimasto sostanzialmente lo stesso da decenni: si tratta, inoltre, di uno dei prodotti “tecnologici” con il più alto tasso di materiali riciclabili (fino all’80%).
Le batterie ricaricabili più comuni, fino a poco tempo fa, sono state quelle a nichel-cadmio (NiCd).
Nel 1899, lo svedese Waldemar Jungner creò la prima batteria al nichel-cadmio. In quel periodo, le uniche competitrici dirette erano le batterie al piombo. Anche le prime batterie al nickel-cadmio erano fisicamente e chimicamente robuste, ma con le prime piccole migliorie ai prototipi, la densità energetica aumentò rapidamente di circa il 50% , che in prospettiva prometteva molto di più delle classiche batterie acide.
Fonte: Wikipedia
Grazie Monsieur Planté per la carica!
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