Sanremo 1972: il primo computer sul palco (ed il suo primo flop in diretta con Mike).
Come ogni anno, si avvicina ineluttabile uno degli eventi nazional-popolari più seguiti e temuti: il festival di Sanremo – che in teoria non avrebbe nulla a che spartire con l’archeologia informatica.
Grazie alla segnalazione/delazione di un amico (Massimiliano) ho scoperto la prima partecipazione di un computer al festival.
Correva l’anno 1972 (!) il conduttore era Mike Bongiorno affiancato dalla bellissima Silva Koscina e da un giovanissimo Paolo Villaggio, quasi irriconoscibile ma già molto fantozziano (come vedremo dopo).
Il periodo non era dei più tranquilli: tra tensioni internazionali, scioperi, tumulti giovanili e l’inizio degli anni di piombo, l’arrivo di Sanremo portò qualche nuova polemica (come sempre accade) sulla quale il Paese potesse confrontarsi con maggior serenità.
Grazie all’archivio RAI e Raiplay, è possibile rivedere tutto (!) il Festival, anche se segnalo due video particolarmente importanti: un video di circa un minuto e mezzo in cui si vede la presentazione del computer e del suo utilizzo nell’ambito di Sanremo ed il video della finale del Festival (non spoilero nulla, per ora): “una macchina fredda ed imparziale”… e non conoscevano ancora Terminator…
Il regolamento di quella e di molte altre manifestazioni mi sono sempre stati incomprensibili e terribilmente complicati – in modo bizantino: sentire Mike che lo spiega in video con estrema serenità mi ha fatto ringraziare di avere a che fare ‘solo’ con problemi informatici tutto il giorno…
Il freddo cervellone elettronico
Il computer scelto fu un Univac 9400 della Sperry Rand, un mainframe di fine anni ‘60, con “27 terminali e 11 telestampanti” sparpagliati sul territorio italico che avrebbero dovuto raccogliere i dati dei giurati, “elaborarli e mostrarli sullo schermo in un secondo netto”.
Il video della conferenza stampa lo consiglio: il Sindaco di Sanremo dell’epoca più altri personaggi (della SIP) si prodigano nel raccontare le meraviglie del sistema informatico di raccolta voti.
Nota a margine: per quanto ho potuto sentire, il termine “computer” viene citato solo un paio di volte mentre Mike insiste e persiste a chiamarlo “cervello elettronico”, “cervellone”, “cervello”…
UNIVAC 9400
Il modello 9400 in realtà era l’ultimo della serie 9000 – iniziata circa a metà degli anni ‘60 – e rappresentava l’ultima generazione basata su elettronica DTL (Diode–transistor logic, il predecessore della tecnologia TTL – Transistor-transistor logic).
Per contro, la RAM era una versione differente della memoria a nuclei magnetici – la “plated-wire” memory, che differiva nel più semplice processo produttivo, i costi inferiori e nella fondamentale caratteristica di non avere cicli di lettura distruttivi (il dato doveva essere riscritto dopo essere stato letto nel filo ricoperto di una lega di ferro-nickel (invece dei nuclei in ferrite).
Il 9400, presentato nel 1969, si poneva in competizione con l’IBM 360/30 – uno dei best-seller dell’epoca – col quale era parzialmente compatibile (ne condivideva il 75% del set di istruzioni) ed era principalmente orientato al settore business e bancario; l’ampia disponibilità di software sotto COBOL e FORTRAN ed il costo inferiore rispetto ai mainframe IBM lo resero piuttosto popolare.
Va notato che UNIVAC è legato direttamente all’ENIAC e ne condivide la storia e la genealogia.
Un antenato del 9400, l’Univac 1, fu protagonista di un altro evento televisivo (anche in questo caso con esiti non fortunatissimi) di cui abbiamo già parlato: le elezioni USA e le previsioni elettorali del 1951.
Il 9400, come riportato dalla documentazione ufficiale, che è possibile trovare qui, operava a 32 bit, disponeva di una RAM da 32K espandibile fino a 128K e dichiarava una capacità massima di 7,25 megabyte per ogni disco – considerando le vecchie unità rimovibili.
Per avere un’idea della velocità di elaborazione, la documentazione riporta un tempo di 6 microsecondi per un’istruzione di addizione tra due numeri a 32 bit e cicli di accesso di 600 nanosecondi per ciascuna mezza word costituita da due byte.
Per quanto riguarda il prezzo, in rete ho trovato alcune tabelle che riportano un prezzo di una configurazione media per un 9400 con dischi, un solo terminale Uniscope 100 (quello che apparve sul palco di Sanremo), ed il massimo dell’espansione di memoria per un totale di quasi un milione di dollari – del 1970.
Come paragone, un Maggiolone della Volkswagen costava $2000 all’epoca…
“E il vincitore di Sanremo è…”
Come forse si sarà già capito, non andò tutto dritto: il calcolo e la visualizzazione del terzo classificato (Nada) fu privo di problemi; già col secondo (Peppino Gagliardi) si ebbe qualche momento di incertezza; Mike aveva chiesto alla giovanissima Nada di premere “il tasto rosso” sul terminale per visualizzare il secondo arrivato.
Il risultato furono attimi di penosa attesa smorzata da Paolo Villaggio che, intervenendo, tentò fantozzianamente di dare la colpa alla povera Nada.
Il primo arrivato (il giovine Nicola di Bari) fece sudare tre (“la uno, la due, la treee!”) camicie al povero Mike: il terminale non ne voleva sapere di mostrare il nome del vincitore per cui alla fine lo stremato re dei quiz dovette leggere pietosamente un foglietto annunciando “alla vecchia maniera” il primo classificato…
Segnalo tra i cantanti una certa Carla Bissi (meglio nota come Alice), una certa Milva, un certo Lucio Dalla ed una certa Marcella Bella che cantava di Montagne Verdi… come erano/eravamo giovani…
E il tasto rosso?
Mi son preso la briga di cercare dati su quel meraviglioso terminale Univac Uniscope 100 protagonista del fine serata sul palco: il tasto rosso che Mike fece premere (più volte) a Nada era il TRANSMIT, diciamo una sorta di invio o F5… probabilmente premuto qualche volta di troppo fece andare in tilt il sistema… o forse non comunicò bene con qualsiasi cosa ci fosse dietro alle quinte…
Ma questa, come forse avrebbe detto Mike, è un’altra storia…