Inglesi in viaggio (a Gennaio!) per celebrare i 30 anni del Sinclair C5
Che gli inglesi siano un po’ matti è risaputo.
Che siano così appassionati del loro pessimo ottimo meteo e di vagare per la loro isola sebbene flagellati dalla pioggia è altrettanto risaputo.
[Nella foto, il sottoscritto prova il brivido di guidare una C5, Brusaporto 2013]
Ebbene, per celebrare una delle più infelici creature di Sir Clive, un gruppo piuttosto eterogeneo di british appassionati del Sinclair C5 (ebbene si, ve ne sono), hanno scorrazzato nello scorso week-end per il Regno Unito a bordo di alcuni esemplari del particolare veicolo.
Ne dà notizia la BBC non senza aggiungere un po’ di british humour: il giorno del lancio, nel 1985, ovviamente pioveva…
Lanciato proprio il 10 gennaio 1985, con un costo di £399, il Sinclair C5 era l’idea di Sir Clive per la mobilità sostenibile: un triciclo con un motore elettrico da 250W (e i pedali…), bassa velocità, 15 miglia orarie, e 20 miglia di autonomia.
E’ stato l’ultimo vero prodotto di Sinclair, costato un’enormità nello sviluppo (finanziato dalle ricche entrate dello ZX Spectrum) e, probabilmente, una delle maggiori concause della liquidazione del marchio, ad ottobre 1985, che diede il via all’era Amstrad (ed alla fine dei veri computer di Sinclair).
[Un convinto Sir Clive sfida il rigido gennaio britannico con flemmatica serenità e sciarpetta a bordo di un C5]
Nella sua travagliata storia, anche l’incrocio con alcuni marchi storici britannici (anche se un tantino differenti):
Nel mese di maggio dello stesso anno venne creata la Sinclair Vehicles Ltd, vennero inoltre stabiliti accordi commerciali con la Lotus per finalizzare il progetto del C5 e renderlo producibile. Contemporaneamente la Hoover nello stabilimento di Merthyr Tydfil ottenne il contratto per la produzione in serie del veicolo. Il fatto che fosse prodotto in una fabbrica di elettrodomestici, unito al marchio del produttore del motore elettrico Polymotor (ora di proprietà Philips), contribuì alla leggenda che il C5 fosse spinto da un motore di una lavatrice (non avrebbe potuto esserlo in quanto i comuni motori delle lavatrici funzionano direttamente in alternata – opposto al principio del motore elettrico DC che si alimenta direttamente dalla tensione continua della batteria di bordo).
[Fonte: Wikipedia]
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