[Podcast] AI 5×01: Il film “Wargames” compie 35 anni (e il WOPR fa ancora paura)
Torna il podcast di Archeologia Informatica con una puntata che celebra 35 anni dall’uscita di un film importante per molti di noi: Wargames.
In questa puntata, Carlo Santagostino ed il sottoscritto, abbiamo provato a ricordare non solo il film ma anche l’eco che ebbe all’epoca.
Come sempre, la puntata del podcast è disponibile anche tramite il nostro canale iTunes!
La storia, probabilmente arcinota a molti di voi, è quella di uno scapestrato David Lightman (Matthew Broderick) che passa i suoi 16 anni tra computer (ottimi), videogiochi (celebre la scena con Galaga) e svogliate frequentazioni della high school (“il ragazzo è intelligente ma non si applica”).
Con la scusa (!) di cambiare un voto scolastico ritenuto ingiusto, il nostro David si arma di modem e colleziona vari reati, la nostra stima e quella di una giovane Ally Sheedy.
In seguito, deciso a scovare in anteprima i giochi di una fantomatica Protovision (casualmente con sede a Sunnyvale, California…) comincia una intensa sessione di dialing automatizzata che si conclude con l’incontro con… un computer sconosciuto (ma evidentemente poco legato al mondo del videogame).
Dopo ricerche sul nome del progettista del sistema, arriva l’illuminazione, la password (che in realtà è solo il login name, “Joshua“) e l’inizio di una corsa contro il tempo per far capire al WOPR, monolitico computerone militare, che quella da giocare è una simulazione e non la vera terza guerra mondiale.
Pur con mille piccole ingenuità, inevitabili per un film e per i tempi, Wargames fece la storia del genere e John Badham, noto per la Febbre del Sabato Sera, qui fa ballare tutti, computer compresi.
Come detto nella puntata, dopo due giorni dalla presentazione del film, un preoccupato Presidente Reagan chiese ai suoi consiglieri se lo scenario fosse possibile: la risposta fu, se possibile, ancora peggiore dei timori iniziali.
L’Amministrazione americana iniziò così un percorso che culminò nella direttiva NSDD-145:
Reagan’s question set off a series of interagency memos and studies that culminated, 15 months later, in his signing a classified national security decision directive, NSDD-145, titled “National Policy on Telecommunications and Automated Information Systems Security.”
Oltre ai timori presidenziali, l’argomento “sicurezza informatica a prova di 16enne” divenne di una certa popolarità mediatica, come testimonia questa trasmissione TV del 1983:
Riguardo al film, l’intervista al regista ed agli attori rivela un’interessante atmosfera di inventiva e (come già detto) di ingenuità di fronte a tematiche tecnologiche (la scena finale sulla ricerca sequenziale del codice di lancio, tra le tante).
Molto interessante la parte relativa alla costruzione del set del NORAD, il centro di comando e controllo militare: costruito e pensato con tecnologie dell’epoca, fu di ispirazione per… quello vero!
Abbiamo anche ricordato un episodio dell’epoca (che rientra più nella categoria marketing che hacking) relativo ad uno ZX81 utilizzato per violare un Cray militare…
Il computer nella stanza di David non era particolarmente nuovo all’epoca: l’IMSAI 8080 era già superato dai più potenti e versatili Apple II, ad esempio, ma rendeva, nell’idea dello sceneggiatore e del regista, l’idea dell’hacker-smanettone con il suo tripudio di LED e cavi/schede.
Forse una beffa per IMSAI che produsse quel computer dal 1975 al 1978 come ‘clone’ del MITS Altair 8800 (clone migliorato) ma che già alla fine del 1979 aveva dichiarato bancarotta, poco più di tre anni prima di poter godere di un product placement da sogno (sorry, Apple).
IMSAI sopravvive ancora oggi anche se decisamente meno attiva…
Un IMSAI 8080 in attesa di amorevole restauro
L’IMSAI 8080 era un computer piuttosto tipico per l’epoca: basato su CPU Intel 8080 e sul robusto bus S-100, poteva vantare ben 22 slot per schede di espansione ed un alimentatore decisamente oversize per supportare tutto ciò.
Il bus S-100 e le relative schede avevano la curiosa caratteristica di fornire tre tensioni (+8V, +16V, -16V) che venivano regolate su ogni scheda, tipicamente da un 7805 debitamente dissipato; generalmente farcito di schede RAM, diveniva comunemente una macchina basata su CP/M e dedicata anche al mondo business.
Il corposo manuale è disponibile online…
La configurazione usata nel film vede anche il doppio floppy drive da 8″, anch’esso un po’ ageè già nel 1983, un modem rimarcato IMSAI, un accoppiatore acustico ed un terminale seriale col monitor da 17″: credo sia difficile descriverne l’impatto per chi, come lo scrivente, aveva a casa uno ZX80 (e di lì a poco sarebbe passato allo ZX Spectrum).
Esistono online diversi emulatori dell’IMSAI 8080, per chi volesse cimentarsi.
Pessima sorte toccò al prop usato come WOPR, riapparso qualche anno fa in un’asta in condizioni non eccellenti
Per chi volesse, qualche simpatico matto ha ricreato il WOPR come mobile di casa stile-IKEA (ovviamente con gli interni informatici di adesso): la password dovrebbe essere ancora Joshua.
Il messaggio finale rimane, in ogni caso, una delle battute migliori del film:
Non possiamo non aggiungere tra i consigli per gli acquisti, il film completo o un bel poster 🙂
un bel film che vidi insieme a mio figlio quando era piccolo. Sul sito filmtv ho scritto questo giudizio sul film e allego il link:
https://www.filmtv.it/film/7893/wargames-giochi-di-guerra/recensioni/789471/#rfr:none