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The Computers that made Britain: un retro-libro con un certo punto di vista britannico

Annunciato pochi giorni fa da Raspberry Pi Press – proprio quella del Raspberry Pi – “The Computers that made Britain” di Tim Danton merita una bella lettura.

Tramite le storie collegate a 18 computer, l’autore – già editor di PC-PRO UK – racconta il periodo tra la metà degli anni ’70 e i rampanti anni ’80; ci sono diverse pietre miliari, qualche dato tecnico e qualche simpatico spunto di folclore retroinformatico mentre si oscilla tra home e personal computer.

Il capitolo Sinclair ZX80/ZX81 è, a mio avviso, quello più godibile e forse ricco di qualche spunto – oltre che quello con la bibliografia più estesa (giocando in casa, sarebbe stato quantomeno difficile sbagliare su questo argomento).

Intendiamoci, già nella prefazione vengono nominati alcuni grandi assenti (Jupiter Ace, Newbrain, Oric 1 e Z88) cui aggiungerei anche tre miei amori giovanili: Elan Enterprise 64/128, Camputers Lynx e Memotech MTX 512 – alcuni dei più sfortunati sistemi di sempre.

L’assenza è doppiamente grave: sia per l’importanza degli oggetti e per le loro storie (in negativo), sia per il tono celebrativo della “British invasion” che ha il suo culmine nell’ultimo capitolo (“Cos’è successo ai computer britannici“) con l’inevitabile (e giusta) elegia del Raspberry Pi quale orgoglio informatico UK.

In tutto, sono presenti 8 computer USA (Commodore, Apple, IBM…) e 10 computer UK: mi sarei aspettato di trovare tante altre meteore britanniche (anche lo UK101, clone di Ohio Scientific Superboard II)

L’autore, secondo me, con la frase “those [i computer non citati] will have to wait their turn” fa intendere che ci sarà un secondo capitolo con altre schede e altri computer.

Non è probabilmente una pietra miliare ma si lascia leggere e, qualora siate interessati, si ‘lascia anche scaricare’, nel senso che il PDF è disponibile gratuitamente (nella speranza di rendere appetibile il cartaceo).

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