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The vintage Mac Museum: un omaggio grafico ed un archivio software dedicato ai primi Mac

Archeologia Informatica Mac Museum

Motohiko Narita deve avere veramente amato i Mac classici, per intenderci dal modello 128K al Mac SE: i primi Apple Macintosh basati su processore 68000 che, a partire dal 1984, spinsero così tanto avanti il mondo dell’informatica.

Talmente tanto da aver ricreato un vero e proprio museo dei Mac con centinaia di screenshot direttamente di un numero veramente impressionante di software.

Mac PlusTroviamo MacPaint, MacWrite (i due programmi di Apple che per primi esaltarono l’interfaccia grafica del Macintosh e del Mac OS) ma anche, e soprattutto HyperCard, uno strumento di programmazione e fruizione di ‘stack’, di librerie di documenti ipertestuali corredate da numerosi elementi multimediali (quanti la grafica ad un bit – bianco e nero – del Mac 68k era in grado di permettere).
Sul sito sono presenti tantissimi stack di Hypercard per poter capire quale fenomeno software e di divulgazione fosse ai tempi.

Narita ha riprodotto la grafica, il look&feel e le librerie software con un livello di precisione davvero impressionante e che permette di navigare per un bel po’ nel sito alla scoperta, ad esempio, della prima versione di Photoshop, 1.07, tanto per scoprire che la toolbar è la medesima dal 1989!

Photoshop Mac Classic Archeologia Informatica

Uno dei miei preferiti (nei miei ricordi…) rimane però Mac3D, della Challenger Corp, che, a partire dal 1984, permetteva di costruire mesh tridimensionali e visualizzarle sul monitor da 9″ (512 x 384 pixel) con un livello di complessità (allora) davvero elevato.

Mac Museum Mac3D archeologia informatica

[Fonte: Vintage Mac Museum]

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